Prima di capire perché lo smart working potrebbe rappresentare la soluzione ideale, dobbiamo capire che cos’è.
In italiano lo abbiamo tradotto con “lavoro agile” e nel nostro ordinamento viene così definito:
«una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.»
Lo smart working è ormai sempre più diffuso. Decine di aziende hanno implementato questa modalità e molte altre la stanno considerando. Non è quindi una novità assoluta, ma una variante già nota ed apprezzata. L’ostacolo più grande – potete immaginarlo – è l’organizzazione: più è grande l’impresa, più è difficile coordinare l’attività e controllare i propri dipendenti.
Le difficoltà però non riguardano solo le diverse società, ma anche i singoli dipendenti e professionisti. Tecnicamente infatti lo smart working non richiede un hardware particolare. Come dicevo prima, bastano un telefono, un computer ed una buona connessione. Il resto è facilmente implementabile usando una serie di software come Skype, Office 365 e i servizi di cloud storage. Il problema principale è mentale e riguarda l’organizzazione.
Cosa fare quindi per lavorare in maniera efficace anche da remoto?
decidete quante attività spuntare quotidianamente e… fatelo!
prendete le giuste pause a seconda del vostro ritmo di lavoro (possono essere poche e lunghe o tante e brevi);
datevi degli obiettivi settimanali da raggiungere;
rimanete in contatto con i vostri colleghi per non perdere il senso della realtà, per mantenere un buon feeling con il team e focalizzare le giuste priorità.
Naturalmente non è l’unica ragione per cui dovreste sposare il lavoro agile. Il telelavoro infatti:
riduce lo stress;
vi permette di dedicare più tempo al lavoro, ma anche a voi stessi, a famigliari e ad amici;
riduce le spese di benzina, mezzi pubblici, parcheggi, autostrade, ecc;
vi aiuta a trovare il vostro ritmo invece di sostenere quello imposto da qualcun’altro.
Perché non scegliere lo smart working
Non voglio illudervi. Non è tutto oro quel che luccica. Lo smart working comporta qualche rinuncia e qualche piccolo sacrificio. Ovviamente non siamo tutti uguali e non tutti andremo incontro agli stessi problemi, ma qualche elemento in comune possiamo sicuramente trovarlo:
si lavora di più: essere a casa ci spinge a continuare oltre il normale orario perché tanto non dovete tornare alla vostra abitazione, ci siete già;
lavorate nello stesso ambiente in cui vivete e, alla lunga, potrebbe portarvi ad odiarlo, a vederlo come un luogo dove faticate e non vi rilassate mai;
Prima di capire perché lo smart working potrebbe rappresentare la soluzione ideale, dobbiamo capire che cos’è.
In italiano lo abbiamo tradotto con “lavoro agile” e nel nostro ordinamento viene così definito:
«una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.»
Lo smart working è ormai sempre più diffuso. Decine di aziende hanno implementato questa modalità e molte altre la stanno considerando. Non è quindi una novità assoluta, ma una variante già nota ed apprezzata. L’ostacolo più grande – potete immaginarlo – è l’organizzazione: più è grande l’impresa, più è difficile coordinare l’attività e controllare i propri dipendenti.
Le difficoltà però non riguardano solo le diverse società, ma anche i singoli dipendenti e professionisti. Tecnicamente infatti lo smart working non richiede un hardware particolare. Come dicevo prima, bastano un telefono, un computer ed una buona connessione. Il resto è facilmente implementabile usando una serie di software come Skype, Office 365 e i servizi di cloud storage. Il problema principale è mentale e riguarda l’organizzazione.
Cosa fare quindi per lavorare in maniera efficace anche da remoto?
Naturalmente non è l’unica ragione per cui dovreste sposare il lavoro agile. Il telelavoro infatti:
Perché non scegliere lo smart working
Non voglio illudervi. Non è tutto oro quel che luccica. Lo smart working comporta qualche rinuncia e qualche piccolo sacrificio. Ovviamente non siamo tutti uguali e non tutti andremo incontro agli stessi problemi, ma qualche elemento in comune possiamo sicuramente trovarlo:
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